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24/05/13

La capovolta

Non è una tragedia che non riesco più a fare la capovolta...
Comunque non conta come esperienza di vita. Non finirò come eroina perché la so fare. Nessuno mi darà il premio Nobel per la riuscita alla perfezione...e poi le capovolte mica rientrano nelle assegnazioni del Nobel...

Tuttavia mi rode. Che io la sapevo fare. Da sola. Contro il muro o un albero; è vero. Ma da sola.
Dopo il mio ultimo intervento non ce nulla da fare. NON CI RIESCO!
Ovvero ci riesco con l'aiuto del mio insegnante. Ma non da sola come una brava svedese deve fare.
Indipendenza è la parola d'ordine. Maledetta.
Perché non ce l'assistenza sociale per chi ha difficoltà di questo genere. L'indennità per la perdita di pazienza...

Va bene, continuerò a provare. Prima o poi ci riesco di nuovo. La capoccia è dura abbastanza. Ve lo assicuro.


20/05/13

Io, cinque uomini e Iron man

Va be, tre dei cinque uomini hanno meno di dodici anni.
Uno e' mio marito e uno il marito di un'amica.

Stiamo lì a guardare armature che volano, umani che si illuminano. Che si accendono. Alcuni addirittura esplodono. Un esagerazione di esplosioni ha luogo davanti ai nostri occhi. Case che scoppiano. Edifici che si sbriciolano.
In una pappa buona americana ci vuole il presidente americano in pericolo, un bambino eroe, il terrorista per caso e la storia d'amore che vince su tutto. Questa favola rumorosa ha tutto questo. Ma anche quel pizzico di ironia che fa sembrare simpatico il bel Tony Stark. Meno male se no risultava troppo arrogante.
Anche se questo non è esattamente il mio genere di film mi sono divertita.
I bambini di più.























15/05/13

Dove può nascondersi un povero genitore?

Questo mondo diventa sempre più complicato.
Doveva diventare più semplice con le varie tecnologie.
Invece diventa complesso.
Una volta i bambini andavano al letto presto e i genitori potevano parlare di cose da adulti.
O almeno a casa mia era così. I bambini non dovevano essere sempre presenti. Gli adulti avevano il diritto di starsene liberamente in pace. Di avere anche la possibilità di parlare senza i bambini.

Ora sembra che i bambini devono essere ovunque. Fare di tutto.
Non sto dicendo che non porto i miei bambini con me quasi ovunque. No, non è quello che voglio dire.
Sto parlando di  "bruciare le tappe". Di fare cose molto prima del dovuto. Di guidare la macchina senza sapere dove sta il volante...

Ultimamente ricevo richieste di amicizia su facebook dei amici di undici/dodici anni di mio figlio. Ma "camuffati" in ventenni. Questo per aggirare la regola che dice che devi avere tredici anni per stare su facebook. Regola per tutelare loro. Ma forse anche me. Capperi! Non posso più scrivere cose da adulta. Cose che non voglio che giunga alle orecchie dei marmocchi... sempre. Nemmeno ai amici marmocciosi dei miei marmocchi. Ricevo richieste. Non rispondo. Uno dice di avere ventinove anni. Figlio di uno che presta servizio alle leggi come lavoro. Anche il papà ha stretto amicizia con questo ventinovenne finto. Consente questa deviazione alla larga della legge.
Ma dove stiamo andando?
E dove vado per stare in pace con i pensieri da adulta?

So bene che fra un po mi ritrovo con mio figlio come amico su facebook. Fra due anni. Quando ha fatto tredici. E li non potrò dire niente...forse non vorrò dire niente. Chi lo sa...

Per adesso voglio che lui stia felicemente fuori.
Voglio che lui vada al parco per vedere i suoi amici.
Voglio che lui dia un appuntamento con gli amici al bar.
Voglio che lui resti ancora un po ignaro di tutte le menate che io mi sento libera a dire su facebook ancora per un po....o almeno posso scegliere io di fargli vedere cosa voglio io.

Forse sono stronza. Forse sono fuori dal mondo.
Ma io voglio anche che si rispetti le regole.

11/05/13

Morire in una risata dal cuore...

(ripropongo un post che ho scritto in svedese...tradotto da me...forse male ma...Lo dedico a chi pensa che sono una musona. Lo dedico anche alla bella babysitter che mi dice che musona non so cosa sia)


sì, questo è il pensiero che mi arriva nel bel mezzo a una meditazione.
In fatti non è una riflessione stupida.
Ci ho pensato per un pò. Non si riusciva a toglierla. Troppo importante.
Certo, se Io posso decidere voglio crepare in mezzo a una di quelle risate che vengono dritti dal cuore e ti fa fare la pipì addosso. Questo ho sentito che si fa lo stesso quando si muore.
Sì, morire quando sei più felice possibile. Sarebbe davvero fantastico.

Penso sempre al sorriso che lo zio amato di mio marito aveva il giorno prima che suo povero padre lo trovò morto come un sasso nel letto. Auguro che se lo portò con se quando andò via tutto solo.
Più ci penso più mi convince che è così.

Che mia sorella sorrideva dal pensiero che ora le potevano ridare i suoi figli quando si addormentò per l'ultima volta. Certo che lo voglio imprimere nella mia mente che sia così.

Nonna sorrideva di sicuro dove stava in un letto prestato dal ospedale finalmente a casa. Sicuramente sentiva che c'ero anch'io, anche se lontana. Sapevo esattamente chi era e perché mi chiamava quando mi è arrivata la telefonata.

Ma io voglio di più. Non solo sorridere. Voglio morire in una mega, ultra, rumorosa risata dal cuore. Sono certa che me lo perdonano quelli che per caso si trovano con me quando accadrà. Deve essere mille volte meglio che trovarmi da qualche parte. Appesa. O galleggiando. In agonia palese.

No, O Dio! Non morirò adesso. Fra una cinquantina/sessantina di anni o più. Quando ho finito tutti i miei progetti. Quando sono pronta.
Ma allenarmi a ridere posso almeno cominciare da ora.


01/05/13

Riso ciccioso

Figlio grande a tavola una sera; - mamma, non ce più il riso ciccioso?

Io; - Riso ciccioso?

Lui; - Si, quello che abbiamo mangiato ieri.

Io; - Ah, il riso integrale. No, lo devo ricomprare.

E pensare che pochi giorni fa diceva "bleah che schifo" del riso integrale...