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24/06/13

Si può festeggiare la festa di mezz'estate...


a Roma con una corona fatta in casa da fiori comprati.




Portarsi un novenne riluttante che asssoluuutamente NON ballerà intorno a un "Majstång ridicolo".

Essere felice perché il marito vuole venire. Non tutti i mariti italiani capiscono come è importante questa festa per noi svedesi. Ma ballare non lo vuole fare nemmeno lui. Non fa niente perché si è portate l'umore più allegro.



Meravigliarsi di tutti questi pappagalli che sono arrivati a Roma gli ultimi anni. Uno visita il giardino bellissimo di Lukasgården come per augurare benvenuto al solstizio.


Dirigere i balli anche se perdi parole, fiato e alla fine voce, per poi essere ringraziata malgrado non fossi  così superbrava come vorresti.


Pensare che ce qualcosa di particolare con la bandiera svedese. Domandarsi se si sta diventando vecchi pensando questo.




Improvvisare una strofa dimenticata con un partner eccellente.



Meravigliarsi che sono i giovani pappa svedesi che vogliono cantare "Små grodorna" ancora, ancora e ancora. Aggiungendo poi anche "Små grisarna". Come se fossero sulla lista delle cose più importanti.











Mangiare un'insalata di farro portato da casa con pomodori al forno, feta e palline di tofu. Bere birra e mangiare fragole col marito mentre il sole scende e il figliolo riceve il suo wurstel col pane.




Notare che i maschietti si possono divertire un mondo con due bastoni trovati e tutto il musone per il ballo viene dimenticato.


Essere molto contenta per giunta.
Si, si può!



23/06/13

Diventare zia

E' meraviglioso diventare mamma.
Un'emozione paragonabile a nient'altro.

Ce solo un'altro evento che ci si avvicina.
Questo qualcosa che ti riempie il cuore con un sentimento che ci resta.
Tutta la vita.

Diventare zia.
Oggi, 26 anni fa, la sono diventata .

In maniera contorta perché mia sorellina è "arrivata prima" di me.
Aveva solamente diciannove anni.
Invece della patente ha avuto una bambina.
La mia nipote.

Ovviamente ci sono andata per vederla appena possibile. Ovviamente mia sorella ha messo questa piccola, stranamente lunga e fragile bebe tra le mie braccia.

 Era la prima volta che tenevo un bebe di pochi giorni nelle mie mani. Paura mescolato con gioia in una specie di sbornia di felicità.
Sì, amore a prima vista. Non ne avevo mai abbastanza.
Mia sorella l'aveva capito. Mi dava la bella Emma da accudire spesso nei weekend.
Per coccolarla e goderla.

Quando mia nipote aveva circa otto mesi io abitavo e studiavo a Malmö. Mia sorella viveva a Lund che sta praticamente attaccato a Malmö. Spesso nei fine settimana andavo a prenderla per poi proseguire per la casa di miei. Ogni tanto me la portavo a casa mia.

Era una compensa per me. Dopo una lunga settimana era come finalmente respirare.
Stare con Emma.

E chiaro che abbiamo vissuto dei momenti difficili anche. Il marito...prima di diventare mio marito...che una volta in visita in Svezia non si scorderà mai una gita che facemmo lui, io ed Emma in giro per Österlen.
Un viaggio che doveva essere così bello e culturale si trasformò in un unico urlo. Una bambina incavolata nera che tutto il tempo voleva esattamente il contrario di ciò che volevamo noi. Stava seduta sotto un tavolo a un ristorante a Simrishamn rifiutandosi di mangiare le polpette che noi le avevamo ordinato sulla sua richiesta. Il silenzio ottenemmo solo quando comprammo il maledetto gelato.
Emma cresceva e io sono andata a vivere in Italia quando lei aveva cinque anni.





Ci vedevamo ovviamente ogni volta che sono stata in visita in Svezia.
Mi ricordo in particolare una volta che lei era venuta a sapere che ero vicino casa sua. La nonna glie'aveva raccontato. Arrivò correndo con gli stivali di gomma addosso ma gli mancava un calzino. Il mio cuore fece un triplo salto.
Non c'era niente come stare con questa piccola ragazza.
Quando aveva nove anni le è nato un fratellino.

Poi arrivò la rottura. Mi sono arrabbiato con mia sorella...questa rabbia perenne...e non mi feci viva  quando quel anno ero in Svezia. Una volta. Non ho visto Emma. Che idiota che ero. L'anno dopo è morta mia sorella. Non intendo raccontare tutto quello che comportò. Solo dire che scrivevo mail, lettere. Mandavo pacchi. Alcuni arrivarono. Altri no. I servizi sociali non risposero. Anche mio cognato morì.
Mi vedevo con il fratellino di Emma. Erik, che era così fiero del suo piccolo cugino italiano.

Un bel giorno arrivò una risposta. Un assistente sociale nuovo con voglia di lavorare mi rispose. Spiegò. Incoraggiò.
Emma aveva diciotto anni quando mi arrivò una mail da lei. Non mi scorderò mai come ero vicina ad avere un'infarto vedendo chi mi scriveva. Nemmeno dimenticherò come giravo dopo in una specie di capogiro di felicita. Come sempre ubriaca, tipo.
Dopo quella seguì una serie di mail. Una specie di indagine di tutto quello che era successo anni prima prese luogo via posta elettronica. Indagavamo le cose che avevano senso sapere. Alcune cose è meglio lasciar stare come sono.

Poi ci incontrammo. Non ci sono parole per descrivere le sensazioni di quel incontro. Era come vincere il primo premio. Almeno.
Le convinse di vedere anche i miei, i suoi nonni anche. Erano così tristi di tutta la storia.
E' stato un giorno grandioso da ricordare.

E' così il tempo tic tocando è passato. La piccola bimba è oggi una parrucchiera pronta con il suo negozio proprio, a Lund.
Fiera sono Io. Felice che una vita che è stata sottoposta a botte cosi dure ha resistito. Ce l'ha fatta. Ce l'ha fatta da sola.
Sì, sono una zia fiera di una bella donna giovane che cammina con le proprie gambe.
Certo che è un po matta a volte. Certo che le capita di fare cose che fa una vecchia zia perdere il fiato.
Ma fiera come un gallo sono in ogni modo.  



Hip Hip Urrà al compleanno di Emma!






                        

22/06/13

22 giugno 2013

Dove sono finiti questi nove anni?
Sono spariti così.
Anche se sembra ieri.
 
Sulla foto, dell'altro giorno, lui sta col fratello più grande con solo qualche settimana alle spalle.
 



Oggi fa nove anni ed è testardo come un cavallo.
Se non ha il permesso di stare davanti al computer sta sdraiato sul nostro letto in questa maniera;
 
 


Auguri Flavio!!!

10/06/13

Si può...

...mangiare gelato e giocare che fa esattamente così caldo come fa sempre in Italia a giugno. Malgrado la domenica stranamente fredda e strana al mare.



Si può andare in giro sulla spiaggia e in qualche maniera cercare conchiglie che una mamma ha detto che si doveva fare invece di fare il bagno che invece attira...



...poi si può finire casualmente in acqua senza sapere come sia successo...



...per poi essere copiato velocemente dagli altri...




Si può anche giocare che hai una casa proprio. Il fatto che hai solo quattro anni non importa...





Va altrettanto bene godere il chiacchierare via questa giornata grigia e fredda con un'amica cara che sentirsi felice che il marito fa uguale con il marito con l'amica...






Il giorno dopo si può benissimo fare finta che la palla sopra la a nel "dag" è un palloncino perché sai che il figliolo ha lavorato duro con le å, ä, ö nel alfabeto svedese e che la collega pensa che lui è molto bravo...



I fondi rotti di meringa si possono sistemare con l'aiuto di un quasì novenne testardo e meravigliosamente capace...



Candele sulla torta possono essere messe dal figliolo grande. Anche se forse non basta, una candelina "otto" rossa sta a pennello tra tutte le fragole.


Si può festeggiare il compleanno della moglie anche se il cuscino chiama... 


si può portare una torta con tutto il cuore così che la mamma lo sente fin giù alle dita dei piedi...



Alla fine si può confessare l'età anche se i figli ti danno ventisei come hai chiesto e la candela che spegni solo mostra una parte della verità...


08/06/13

ODIARE

E' così facile girare la nostra frustrazione sugli altri; immigrati, i figli degli altri, i cani...

Se uno ci penso qualche merda che troviamo intorno a noi può facilmente diventare una montagna di puro odio.

Per me il traffico di Roma è l'unica cosa veramente da uccidere con una bella bomba atomica...

Ma che dico?

E poi?

La bomba atomica uccide anche i miei figli. La natura. Il centro yoga. La bella babysitter. I bei nipoti. Amici del cuore...Mio marito...Me...

Capperi! Non lo voglio. 

Voglio ballare con tutti a stramaledetta Villa Chigi anche pestando le cacche.

Voglio cascare in un turbine di follia a Viale Libia perché ho preso una buca della strada che non vedevo. Senza arrabbiarmi.

Voglio che i miei figli si mescolino con i cani in un gioco unico e molto Rock.

Vivere!

Senza odiare.

Non mi serve.

Lo possono fare gli altri.






02/06/13

Viziati di sole

Piove piove e piove a Roma.
I romani dicono che è arrivato novembre.
Sì, daccordo fa più freddo del solito, ma venti gradi non è ne autunno ne inverno per me.
Per me.
Da piccola ho vissuto tante di quest'estati pieni di pioggia. Giorni e giorni di pioggia continua. Estati interi spariti in un unica tenda enorme di insistente pioggia. Grigie giornate e pioggia.
Restavo spesso rintanata nella soffitta a casa di nonna. Con un misto di paura e eccitazione frugavo in vecchie riviste, giocavo a tennis da tavolo con i miei fratelli  e ascoltavo i vecchi dischi che zia aveva lasciato dietro. Rolling Stones, Beatles, La suora che canta...c'era di tutto.


casa di nonna

Ma si usciva anche. Non mi ricordo con precisione se avevamo tutte le belle giacche da pioggia che esistono oggi...credo che erano più rigide...sempre che me le mettevo...
Si usciva per giocare con l'acqua, il fango. La noia non era una preoccupazione.

Quello che è rimasto impresso è che tutt' a un tratto era ora di tornare a scuola.
Ma come? Io non ho ancora fatto un bagno al mare...

Sì, me le ricordo tante di quelle estati così. Anche quelle belle. Con aria mite e l'acqua di mare a 23 gradi. Ma erano più quelle piovose.

E mai che poteva essere interrotta la pioggia con una giornata di cielo azzurro e sole splendente come succede qua oggì.
No, non è decisamente inverno questo. Non per me.